Miriam Vece ha fatto sognare tutti gli appassionati di pista, quando ai mondiali di Berlino dello scorso febbraio vinse un bronzo nei 500 metri che lasciava supporre la possibilità di andare a medaglia anche alle Olimpiadi di Tokyo. Ma l’emergenza sanitaria causata del covid-19 ha stravolto i piani di un’atleta che veste la maglia fucsia Valcar – Travel & Service sin da quando era esordiente 1°anno e che in questa chiacchierata ci racconta sogni e speranze per il futuro.
“Il mondiali di Berlino sono stati il momento più bello e inaspettato della mia carriera” ha raccontato la classe 1997 Miriam Vece “sapevo di andare forte e di essere migliorata, ma mai avrei pensato di salire sul podio e battere atlete che negli anni scorsi avevano vinto diversi titoli mondiali”.
Un momento magico prima di quel maledetto lockdown. Come hai vissuto quelle settimane chiuse in casa?
“Allenarsi senza un obiettivo e senza avere notizie sul se e sul come si fosse ripreso a correre è stato sicuramente difficile. Ho trascorso le settimane di lockdown in casa con la mia famiglia e questo ha aiutato a livello emotivo. Ogni giorno mi sono allenata con il ciclomulino e con i rulli e con i pesi ho lavorato come se fossi stata in palestra”.
Ora invece la situazione è migliorata?
“Sì, senza dubbio. Non sappiamo ancora con certezza se ci sarà l’europeo a novembre, ma finalmente abbiamo le prime date e, come detto, allenarsi con un obiettivo è tutta un’altra cosa”.
Quando e dove tornerai in pista?
“Tornerò a gareggiare in Italia a Fiorenzuola d’Arda il 3 e 4 agosto, mentre sarò ad Ascoli dal 7 al 9”.
Ritornando a parlare di allenamento, tu sei l’unica italiana che si prepara nel centro internazionale UCI ad Aigle. Tornerai in Svizzera per prepararti?
“Sì, con ogni probabilità tra una decina di giorni tornerò ad Aigle in quella che io considero una sorta di terza famiglia”.
Una terza famiglia?
“La mia prima famiglia è la mia famiglia vera, naturalmente, la seconda famiglia è quella della mia squadra – la Valcar – Travel & Service e sì, là in Svizzera c’è la mia terza famiglia. All’inizio è stata dura ambientarmi in un contesto così diverso, poi è diventato man mano tutto più facile e conto di tornarci presto”.
Come è cambiato – se è cambiato – il rapporto con le tue compagne di squadra della Valcar – Travel & Service durante il lockdown?
“Sai, facendo queste discipline così specifiche in pista, di fatto non vedo quasi mai le mie compagne di squadra. Però ci sentiamo sempre via messaggio, ci raccontiamo le cose che ci succedono e rimaniamo sempre aggiornate. La squadra non mi fa mai mancare nulla e questa è una cosa molto positiva per me. Ora siamo tornate ad allenarci anche a Montichiari e finalmente ci siamo riviste dopo tanto tempo”.
Quanto mi dispiace non averti potuta vedere alle Olimpiadi quest’anno, Miriam… Eppure pensavo che forse gareggiare nel 2021 anziché nel 2020 potrebbe essere un vantaggio.
“In linea di massima potrebbe essere un vantaggio per tutte le atlete più giovani che, avendo un anno di tempo in più per prepararsi e crescere, dovrebbero accorciare il gap con quelle più mature che talvolta, come è successo all’australiana Amy Cure, hanno addirittura annunciato il ritiro in questi giorni.