Silvia Persico, settima al traguardo di Bar-Sur-Aube - credit Muzzi

Silvia Persico settima nella tappa dello sterrato del Tour

Terza top10 di fila per Silvia Persico che, scortata da Eleonora Gasparrini, chiude con le migliori della classifica confermandosi al secondo posto nella generale

Dopo il secondo posto di Provins e il quarto di Epernay, altro piazzamento tra le dieci per Silvia Persico, che nella tappa caratterizzata dalle strade bianche chiude al settimo posto, transitando sotto il traguardo in compagnia di tutte le altre donne di classifica. Un piazzamento che le permette di restare al secondo posto nella classifica generale, a 16” dalla maglia gialla Marianne Vos.

In quella che era la tappa caratterizzata dai quattro tratti in sterrato (di circa 9 km complessivi), le atlete si sono trovate di fronte anche sei cotes, alcune delle quali molto impegnative. Un su e giù tra le vigne infuocate e polverose nella regione Grande Est che ha fatto esplodere il gruppo a 48 km dal traguardo. Drappello di testa ridotto a una ventina di unità, con le atlete di classifica che hanno preferito non dare fuoco alle polveri ma proseguire compatte, cercando di tenere al proprio fianco una compagna di squadra per prevenire problemi in caso di forature.

E, per Silvia Persico, fondamentale è stata la presenza di una grandissima Eleonora Gasparrini. La giovane piemontese, nonostante i problemi al polso destro infortunato nel corso della seconda tappa, ha stretto i denti rimanendo al fianco della compagna e chiudendo al 22° posto con lo stesso tempo di Silvia.

Primo piano di Eleonora Gasparrini - Twila Muzzi

Primo piano di Eleonora Gasparrini – Twila Muzzi

«Non mi sarei mai aspettata di trovarmi così a mio agio», conferma Eleonora, che poco prima della partenza aveva confidato quanto le avesse fatto male la mano nella terza frazione. «Per evitare guai, ho cercato di anticipare gli sterrati andando in fuga, ma la Movistar ha annullato il nostro tentativo. A quel punto ho pensato che sarebbe stata dura, invece la mano, che abbiamo fasciato in modo diverso rispetto a ieri, non mi ha creato troppi problemi, permettendomi di stare con Silvia fino al traguardo».

Cosa che non sarebbe possibile senza una condizione più che buona.

«Anche se ho corso poco nelle ultime settimane essendo impegnata ai Giochi del Mediterraneo e agli Europei Under 23 su strada e pista, la forma c’è. Ho lavorato tanto, anche quando ero in Portogallo, per preparare il Tour. Per questo dispiace per come è andata la seconda frazione. Ma rimuginare non serve: ora pensiamo alle prossime tappe cercando di fare del nostro meglio».

Domani, sulla carta, una tappa che non dovrebbe stravolgere la classifica generale, ma che sicuramente resterà nelle gambe delle atlete: con i suoi 176 km, la Bar le Duc – Saint Dié des Vosges sarà la tappa più lunga mai affrontata dalle atlete in una prova del World Tour.