Il d.s. Davide Arzeni racconta la sua esperienza quinquennale alla Valcar – Travel & Service e rivela: “Queste ragazze sono il futuro del ciclismo femminile mondiale”

Nel ciclismo le cose non avvengono per caso. Quando i risultati arrivano con continuità, il merito non è solo delle atlete, ma anche di chi le coordina e prepara. Ma non raccontate questa cosa a Davide Arzeni, d.s. della Valcar – Travel & Service da cinque anni: lui ribatterebbe che allenare ragazze di talento è facile, che il suo ruolo nell’esplosione di ragazze come Elisa Balsamo, Marta Cavalli, Chiara Consonni e Vittoria Guazzini è marginale, che la valorizzazione e il recupero di atlete come Ilaria Sanguineti è casuale e, semplicemente, che lui è un uomo fortunato ad avere l’onore di allenare atlete di questo spessore.

Chi lo conosce sa che la sua non è falsa modestia: Davide Arzeni è proprio così, ed il suo mettere sempre al centro la persona ancor prima dell’atleta, è uno dei tanti segreti di un allenatore che negli anni ha dimostrato acume nell’individuare giovani di talento (anche tra gli uomini, tra i tanti spiccano Alessandro Covi e Jakob Dorigoni), qualità nel farli crescere senza forzature grazie alle sue conoscenze da preparatore atletico ed enorme capacità nell’adattarsi e nell’abbracciare le innovazioni del mondo del ciclismo.

L’approccio di Davide Arzeni non è ‘dogmatico’, la sua capacità di guardare anche ad un ciclismo ‘altro’ rispetto a quello su strada è noto. I successi nel mondo del ciclocross italiano ottenuti con la S.C. Cadrezzate negli anni scorsi lo dimostrano così come la capacità di gestire con equilibrio la doppia attività ciclocross / strada di Silvia Persico o strada / pista delle ragazze nel giro della nazionale, sono sotto gli occhi di tutti.
Non solo. In questo 2020 il coraggio di puntare su atlete straniere provenienti dal fixed (la francese  Margaux Vigie) o da Paesi senza tradizione ciclistica (Teniel Campbell, da Trinidad & Tobago) sono lì a dimostrare la poliedricità di un allenatore capace di trovare continui equilibri e nuovi orizzonti in un mondo – quello del ciclismo femminile – oggettivamente molto complesso e in continuo divenire.

Qualità – quelle del trovare continui equilibri, dell’adattarsi e dello ‘scoprire’ talenti – che hanno fatto le fortune della Valcar – Travel & Service: oggi, grazie al lavoro di Davide Arzeni, il team si ritrova in ottima posizione nel ranking mondiale con un gruppo di età media bassissima che continua a inanellare risultati di prestigio a ripetizione, nonostante tutte le difficoltà causate dall’emergenza Covid-19.

Davide, questo agosto è stato formidabile per le tue atlete: ultima in ordine cronologico la soddisfazione di entrare nelle prime dieci al Tour de France con l’ottavo posto della neo campionessa europea under 23 Elisa Balsamo.
Come è stata questa gara?

“La Course è andata bene, ma sono convinto che potevamo fare di più. L’andamento della gara è stato come previsto, ma fino a un certo punto. Sapevamo che sulla salita avrebbe fatto la differenza un gruppo di 6-7 atlete con un margine di 30-40 secondi di vantaggio e volevamo rientrare in discesa e nei 25 km conclusivi di pianura tenendo bloccata la corsa. Così non è stato. Invece di un vantaggio di 30-40 secondi come ci si poteva aspettare, al secondo giro Annemiek Van Vleuten ha forzato sin dai piedi della salita pedalando a 300 watt medi per 12 Km e il vantaggio è salito fino a 1’10’’. Dura richiudere. Ci abbiamo provato in collaborazione con il Team Sunweb e la FDJ, ma il gap era troppo grande. Peccato. Non ti nascondo che correvamo per vincere, la possibilità di farcela c’era.”

Facciamo un passo indietro, Davide. Quale giudizio daresti a questo primo mese di gare?

“Abbiamo fatto bene. All’inizio è stato difficile perché più che con la squadra abbiamo trovato i risultati con le prestazioni singole delle nostre brave atlete. Ad esempio in Spagna Marta Cavalli e Elisa Balsamo hanno fatto bellissime azioni, ma la squadra non si è vista molto. Poi le cose sono cambiate. Siamo cresciuti. Ilaria Sanguineti ha preso sempre più convinzione e consapevolezza del suo ruolo, sta diventando una vera e propria regista in corsa. E poi Chiara Consonni e Vittoria Guazzini sono andate davvero forte. Chiara ha battuto le migliori velociste in volata a Plouay e Vittoria sta continuando a crescere. Non vedo l’ora di poter fare una corsa puntando su di lei. Quando è convinta, Vittoria è fortissima. Nonostante abbia solo 19 anni, a cronometro ha dimostrato di essere una grande passista, sugli strappi brevi non la stacchi e in volata ristretta può dire la sua e vincere.”

Quello che mi ha colpito è la grande disponibilità di tutte le atlete nei confronti della squadra, nonostante tutte hanno caratteristiche per potere fare bene e vincere.

“È vero. Quello che è successo ai Campionati Europei under 23 è emblematico. Sia Elisa Balsamo, sia Chiara Consonni, sia Vittoria Guazzini potevano vincere la medaglia d’oro, ma non ci sono stati egoismi. Vedere quella volata è stata un’emozione: Vittoria volava eppure si è messa lì a lavorare, Chiara su quello stesso traguardo aveva battuto qualche giorno prima Marta Bastianelli, eppure eccole lì, compatte per Elisa. Lo spirito di questa squadra si è visto anche in nazionale.”

Uno spirito di squadra che non nasce dal nulla, ma ha radici profonde. Tu hai allenato questo gruppo da junior per un anno e poi per quattro anni hai guidato la crescita di queste formidabili atlete. Un po’ del tuo ce l’avrai messo…

“La forza di questa squadra è che le ragazze sono amiche anche fuori dal ciclismo, io non ho fatto nulla di particolare. Anzi, è stato semplice fin dall’inizio perché queste ragazze non solo hanno talento, ma hanno anche un ottimo carattere.”

Ripercorriamo la tua carriera in Valcar – Travel & Service. Come si è arrivati a questo punto?

“Il primo anno da junior è stato semplice. Le ragazze erano fortissime e lì si è formato lo “zoccolo duro” della squadra. Elisa Balsamo, Chiara Consonni, Marta Cavalli, Silvia Pollicini, Silvia Persico… La sfida più grande mettere insieme due personalità molto diverse come Elisa Balsamo e Chiara Consonni; in realtà abbiamo scoperto quanto queste due atlete sono compatibili. Insieme si siano migliorate a vicenda. L’esuberanza e l’energia di Chiara hanno dato entusiasmo ad Elisa, la pacatezza e la calma di Elisa hanno disciplinato Chiara. Non è un caso che nelle più grandi vittorie di Elisa – anche in nazionale – c’è sempre Chiara, e viceversa, quando ha vinto Chiara come è accaduto al Boels Ladies Tour, Elisa si era messa a sua disposizione.”

L’impatto con il mondo elite anche a livello personale com’era stato?

“Il primo anno di attività elite è stato difficile. Mi sono reso immediatamente conto che anche se avevi a disposizione dei talenti di questo genere, emergere non è affatto semplice. Per dirla in gergo calcistico, il primo anno ‘non abbiamo visto la palla’, ma è stato un anno di crescita. Io avevo esperienza come preparatore atletico, ma non sapevo che cosa volesse dire gestire una squadra di professioniste. Successivamente le cose sono cambiate. Al secondo anno con l’innesto di ragazze più mature siamo cresciuti in tutti i sensi. Quell’anno c’è stato l’exploit di Marta Cavalli che vinse l’italiano rompendo l’egemonia Fiamme Oro / Fiamme Azzurre. Una bella soddisfazione. Un Grazie particolare va poi a Maria Giulia Confalonieri, un esempio di come si comporta una campionessa. Benché fosse una campionessa già affermata (l’anno prima era entrata nelle prime dieci al Fiandre ed era nelle prime 15 atlete al mondo), Maria Giulia ha capito immediatamente il valore delle sue compagne di squadra e ha aiutato a farle crescere. Questo è ciò che caratterizza le grandi campionesse. Questo è lo spirito della squadra. Nei due anni successivi tutte le atlete che sono arrivate sono entrate in sintonia con questo gruppo storico, con questa filosofia e sono arrivati i risultati di questi due ultimi anni.”

Tornando al calendario 2020, quali sono i prossimi appuntamenti della stagione?

“Nel weekend affrontiamo il Giro delle Marche. Correranno Alzini, Consonni, Magri, Malcotti, Persico, Piergiovanni, Pirrone, Pollicini, Sanguineti, Vigie e la junior Bertolini. Useremo questa gara per fare un po’ di ritmo, per dare spazio a chi non ha corso molto in questa stagione e anche per avere qualche indicazione per il Giro Rosa. Ho ancora qualche dubbio per la formazione di quella gara. Di sicuro ci sarà Elena Pirrone, un’atleta di valore anch’essa entrata immediatamente nei meccanismi della squadra. Non ci saranno Elisa Balsamo e Chiara Consonni: con Elisa puntiamo a fare bene con le classiche del Belgio, mentre con Chiara si punterà agli europei under 23 in pista.”

Un’ultima domanda, Davide. Te la senti di sbilanciarti su quale sia il reale valore di queste ragazze che – come dici tu – hai la fortuna di potere allenare?

“Queste ragazze sono speciali. Hanno un agonismo, una voglia e una gioia di correre che sono contagiose. Qui in Italia c’è una generazione di atlete – quelle nate tra il 1998 e il 2000 – che può essere protagonista. Molte di loro, a seconda delle proprie caratteristiche, possono diventare le più forti del mondo: chi la miglior velocista, chi la miglior passista, chi la miglior atleta completa. Sì, direi che queste ragazze sono il futuro del ciclismo mondiale. E sì, siamo molto felici che molte di loro abbiano scelto di vestire la maglia Valcar – Travel & Service.”